L'importanza dell'impollinazione
Oltre che per i loro prodotti diretti, le api sono importantissime anche perché indirettamente producono l'impollinazione delle colture. L'attività pronuba delle operaie è determinante anche dove operano altri insetti impollinatori, ma diventa addirittura essenziale là dove questi ultimi sono eliminati da trattamenti antiparassitari.
La frutticoltura moderna non può prescindere dall'ape, ad esempio, tutte le varietà di melo e di pero sono autosterili, significa che possono fruttificare solo a seguito della fecondazione incrociata favorita dalle api con il trasporto di polline da fiori di varietà autosterile. Si può calcolare che l'impollinazione, sia alle piante fruttifere, sia a quelle orticole, foraggere, da seme ed essenziere, porta all'agricoltura un ricavo molto elevato, molto più di quello fornito dal miele.
In molti Paesi il servizio di impollinazione viene pagato, considerando due-quattro alveari per ettaro, mentre in Italia sta iniziando a muovere i suoi primi passi che trovano molti ostacoli nei trattamenti antiparassitari, i quali sono spesso ancora indiscriminati, di conseguenza possono distruggere rapidamente l'azione positiva esercitata dalle api.
Un allevamento reale
Oltre al servizio di impollinazione, un notevole sviluppo economico può presentare l'allevamento delle regine per la produzione di nuovi sciami sempre più richiesto come supporto all'attività agricola e frutticola.
L'antico idromele
Un prodotto ottenuto direttamente dal miele è una bevanda nota con il nome di idromele, cioè una bevanda alcolica, fermentata, che viene preparata con miele e acqua, a cui si aggiungono talvolta anche vino, liquori ed erbe aromatiche, e pare che sia la più antica bevanda fermentata conosciuta.
Si prepara scaldando in una caldaia una parte di miele con tre parti di acqua, facendo bollire il composto in modo che si riduca il volume del liquido, poi si schiuma, si lascia raffreddare e si decanta il liquido versandolo in una botte dove in capo a due o tre giorni (a volte con aggiunta di lievito), fermenta tumultuosamente.
Dopo qualche giorno la fermentazione è finita e dopo sei mesi (meglio sarebbe attendere un anno), il liquido è bevibile, ma è un tipo di bevanda che migliora con l'invecchiamento.
Qualcuno dice che i monaci medievali erano tanto gaudenti, e spesso alticci, a causa delle tante api necessarie per produrre la cera delle candele. Tutto questo generava un eccesso di miele, e cosa altro avrebbero dovuto fare con tutto quel miele se non dell'idromele da bere in allegria nei loro conventi?
Infatti l'idromele veniva preparato in molti conventi, perché i monaci detenevano la conoscenza e i segreti di tutte le medicine in uso all'epoca, incluso il miele fermentato.
Un tempo era molto in uso presso i popoli nordici, ma adesso è meno ricercato (e quasi del tutto sconosciuto in Italia), viene sostituito da altre bevande fermentate, solo in Germania, per scaldarsi nelle fredde e umide giornate invernali, si usa ancora oggi bere un buon bicchiere di idromele caldo.