Le api, il miele e le sue proprietà





Il miele è la sostanza zuccherina naturale che viene prodotta dalle api raccogliendo il nettare dai fiori. La sua consistenza sciropposa è costituita da una miscela di fruttosio, glucosio, saccarosio e altri zuccheri, con una percentuale di circa il 17% di acqua e quote di componenti minori quali sali minerali, vitamine e principi aromatici.

Il miele nella storia

Il miele è stato nell'antichità l'unico dolcificante disponibile, infatti fin dalla preistoria l'uomo conosce le api e ne utilizza i loro prodotti, non solo il miele.
Ad esempio è noto che gli antichi Greci, come anche gli antichi Romani, allevavano le api per ottenere il miele che veniva usato per dolcificare cibi e bevande, in modo particolare amavano metterlo nel vino.
L'allevamento dell'ape domestica allo scopo di utilizzarne i suoi prodotti, prende il nome di apicoltura.


Consumatori di miele

Tutti apprezzano il miele, anche chi non lo ama particolarmente, molti lo comprano ma pochi lo consumano abitualmente, almeno in Italia, dove la scarsa diffusione del miele è dimostrata dal suo limitato consumo che raggiunge solamente i 4 etti all'anno procapite, contro, per esempio, i due chili della Germania, il chilo procapite della Svizzera e il chilo e 4 etti della Francia, quindi, nonostante sia un alimento a cui vengono riconosciute molte virtù, per qualche oscura ragione gli italiani non ne sono particolarmente attratti.
Anche i popoli asiatici tengono il miele in grande considerazione e una dea indiana, Annapurna, rappresentata nell'atto di tenere nella mano destra un cucchiaio colmo di riso e nella mano sinistra una scodella di miele, simboleggia l'abbondanza e la liberalità.


Il miele più amato

La tipologia più diffusa è il miele millefiori, una miscela che deriva da specie botaniche diverse, come lascia facilmente intuire il suo nome, però negli ultimi anni si è diffusa sempre di più l'abitudine di usare i mieli monofloreali, cioè quelli che provengono principalmente da un'unica specie botanica che li caratterizza molto nella composizione, nel profumo tipico e nel gusto.
In Italia vengono prodotti dei mieli considerati eccellenti per merito di un'antica tradizione e una lunga esperienza nella tecnica di lavorazione, inoltre, la differenza di terreni e di clima che caratterizza il territorio italiano, consente di preparare decine di varietà molto diverse tra di loro.

Sviluppo dell'apicoltura

Sono molte e ampie le prospettive che può avere l'apicoltura, sia in considerazione dell'ape italiana, che viene invidiata da tutto il mondo, sia in considerazione dell'ambiente per l'abbondantissima flora mellifera esistente.
L'organizzazione degli apicoltori italiani non raggiunge le vette a cui sono giunti ad esempio i romeni, ma è sulla buona strada, anche perché l'apicoltura può avere ancora un ampio sviluppo con benefici sotto diversi punti di vista: un beneficio diretto delle piante grazie all'impollinazione di numerose specie botaniche mellifere e un beneficio a favore dell'uomo, al quale può fornire un prodotto naturale di alto valore energetico.


Come viene fatto il miele

Il miele è il risultato dell'azione di secrezioni digestive sul nettare che è stato depositato nella borsa melaria. Cioè le api si servono del liquido zuccherino secreto dal nettario dei fiori, oppure della linfa degli alberi, per ricavare la melata. Una volta giunte all'alveare rigurgitano questa miscela nelle cellette in modo che possa essere ancora rielaborata trasformando un po' per volta il nettare raccolto dai fiori, o dalla melata di gran parte delle piante, per arrivare ad ottenere gradatamente il miele. In seguito viene deposto nei favi dell'alveare dove prosegue il processo di elaborazione e di evaporazione dell'acqua.
Le api fanno tutto questo lavoro perché il miele costituisce la loro riserva di cibo e l'uomo le alleva per raccogliere l'eccesso della loro produzione estraendolo quando è ancora allo stato liquido.



Le api da miele

La storia delle api è assai remota, secondo gli scienziati sono comparse sulla Terra 80 milioni di anni fa. L'uomo è sempre stato molto affascinato dalla vita di questi insetti e, osservandoli e studiandoli, ha potuto constatare che accettavano di vivere in contenitori (che oggi chiamiamo arnie) che offrivano loro riparo.
Le specie e le razze di api sono molte e diffuse in tutto il mondo. Gli Apidi, ai quali è collegata l'apicoltura, comprendono quattro specie che appartengono al genere Apis, fra le quali domina l'Apis mellifera, e cioè l'ape domestica, a cui appartengono numerose razze, che sono suddivise in tre raggruppamenti geografici, e cioè il gruppo mediterraneo-iraniano, tra cui spicca l'Apis mellifera ligustica, il gruppo mediterraneo occidentale e il gruppo africano.
In Italia, oltre all'ape mellifera, hanno trovato una certa diffusione anche l'ape tedesca, l'ape siciliana e l'ape carniolica.


Numeri delle api

  • 60.000 sono i voli tra fiori e arnia necessari per produrre un chilo di miele;

  • 2 milioni sono i fiori su cui si posano per produrre circa mezzo chilo di miele;

  • Fra 3 e 5 milioni sono i granuli di polline contenuti in una "pallina" di polline del peso di 20-25 milligrammi trasportata dall'ape;

  • 1 dodicesimo di cucchiaio di miele è la produzione di un'ape nella sua intera vita.

  • La comunicazione delle api

    I fiori esercitano un forte richiamano sulle api, che sono attratte dai colori e dai loro profumi. Una volta raggiunto un fiore, l'ape lo esplora alla ricerca del liquido zuccherino (o nettare) da cui viene ricavato il miele, se lo trova lo succhia per poi passare a un altro fiore, fino a riempire la "borsa melaria", solo allora, quando la borsa è piena, l'ape ritorna alla base, cioè all'arnia, dove l'aspettano altre api operaie della sua famiglia, che vedendola compiere una speciale "danza" capiscono dove si trova il pascolo ricco di fiori. Al termine di questa danza, le api, in gruppo, raggiungono il luogo indicato assicurandosi tutto il nettare e il polline disponibile.

    Da nettare a miele

    Quando l'ape bottinatrice, cioè quella che ha trovato il nettare, torna all'arnia, affida il suo raccolto a un'ape di casa, che lo passa ad un'altra e ad un'altra ancora, formando così una lunga catena.
    Il nettare, che aveva già iniziato a trasformarsi nella borsa melaria, continua a trasformarsi nel passaggio da un'ape all'altra, maturando e arricchendosi di enzimi e perdendo progressivamente acqua.
    Per far sì che alla fine il nettare i strasformi in miele, questo lavoro delle api continua senza sosta di giorno come di notte, ma prima di chiuderlo nelle singole celle del favo è necessario che perda per evaporazione ancora altra acqua.
    Le api sono molto ordinate e precise, infatti quando la cella è piena viene sigillata, ovvero ricoperta con un sottile strato di cera, solo così all'arrivo dell'inverno il miele risulta ben conservato e garantisce una provvista per tutta la famiglia delle api.
    Questo lo sa bene l'apicoltore attento che, dopo aver prelevato il miele per l'uomo, fa in modo da lasciarne una quantità sufficiente per l'alimentazione delle api.


    Alveari e Apiario

    La maggior parte della vita dell'ape si svolge nell'arnia, che viene definita alveare quando è dotata di favi con le provviste ed popolata dalla colonia. Più alveari riuniti in una medesima postazione compongono l'apiario, che può essere stanziale o nomade. Quest'ultimo, lo dice la parola stessa, viene trasferito gradualmente dalla pianura alla collina e poi alla montagna, fino a 1500-2000 metri sul livello dei mare, in questo modo si riesce a usare la fioritura di piante alle varie altitudini.
    Notevole è l'influenza della flora mellifera sul prodotto ottenuto, che è tanto più abbondante quanto più è numerosa la famiglia di api in un alveare, le cui colonie possono raggiungere anche sessantamila api che riescono a produrre fino a 36 chili di miele.






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